Galatina è il terzo centro della provincia di Lecce per numero di abitanti. Sono oltre 27.000 le persone che vivono qui, a metà strada tra Adriatico e Ionio e a poco più di 20 km dal capoluogo di provincia
Galatina fu costruita sul declivio di una collina che guarda ad est e possiede un centro storico magnifico. Le vie lastricate, i palazzi nobiliari e le chiese barocche fanno di questa cittadina un autentico gioiello, in grado di conquistare anche il visitatore più esigente.
La storia del pasticciotto leccese
La tradizione attribuisce a Galatina la paternità di uno dei dolci più noti della pasticceria salentina. Realizzato con pasta frolla e crema, sarebbe nato tra le mura della Pasticceria Ascalone, una delle più antiche della città, ancora oggi situata nel centro storico di Galatina.
Durante la festa patronale, che si tiene il 29 di giugno, Andrea Ascalone, proprietario della pasticceria, si trovò a corto di pasta frolla e, quindi, impossibilitato a preparare la torta che aveva in mente. Decise, quindi, di rivestire con la poca frolla che gli restava alcuni stampi di piccole dimensioni, farcendoli con della crema pasticcera.
Terminata la cottura, il risultato che gli si parò davanti deluse il pasticcere, il quale esclamò "che pasticcio!". Ascalone decise, quindi, di regalare il dolce ad un passante che, dopo averlo provato, ne ordinò degli altri per farli assaggiare ai propri familiari. Da quel momento, la fama del pasticciotto non accennò mai a diminuire!
Una città a metà tra ellenismo e cattolicesimo
Eletta città d'arte nel 1793, la patria del pasticciotto è, secondo Forbes, una delle città del sud Italia da visitare a tutti i costi. I motivi che hanno decretato il successo di Galatina oltreoceano sono tanti, primo tra tutti la sua capacità di ammaliare i visitatori, grazie allo splendido connubio tra tradizione e architetture barocche.
Il centro storico è un vero e proprio museo a cielo aperto, nel quale è possibile imbattersi in una moltitudine di palazzi antichi e chiese cinquecentesche, testimonianze delle origini nobiliari della città. La storia di Galatina è legata a doppio filo con quella della Grecia.
Il suo stemma vede la presenza di una civetta, animale caro alla città di Atene e alla dea Minerva. E, proprio a quest'ultima, fu dedicata la fondazione del centro originario. Nella parte alta dello stemma, invece, fanno capolino le chiavi pontificie che Papa Urbano VI conferì alla città, essendo centro propulsore di latinità.
Siamo, quindi, di fronte a uno straordinario incontro tra mondo ellenico e cattolico, i quali hanno lavorato insieme per rendere Galatina la città d'arte che oggi tutti apprezzano. Nel '700, la sua fama crebbe così tanto da renderla un centro frequentato da importanti filosofi, letterati, scultori e pittori.
Cosa vedere a Galatina?
La cinta muraria settecentesca, eretta per volere dei De Balzo, protegge il centro storico da occhi indiscreti, trasformandolo in un vero e proprio scrigno.
Costruita nel 1633, la Chiesa Madre è tra gli esempi più affascinanti di barocco leccese. Sui lati della facciata figurano le statue dei Santi Pietro e Paolo (patroni della città), mentre l'interno custodisce un patrimonio artistico di enorme valore, tra altari in marmo policromo, affreschi e decorazioni.
Nei pressi della Chiesa Madre sorge Palazzo Tondi, che custodisce la Cappella di San Paolo. Secondo la leggenda, i santi Pietro e Paolo furono ospiti di un abitante del posto, che li accolse in casa propria. I due santi, per ricambiare tanta generosità, gli donarono la capacità di guarire coloro che venivano morsi dalla tarantola.
La leggenda del tarantismo affonda le proprie radici in antichissime credenze popolari, che vedevano nella tarantola una figura demoniaca. Vittime del morso della tarantola erano soprattutto le contadine, che per guarire dovevano ballare fino allo sfinimento.
Nel cuore del centro storico si erge maestosa la basilica di Santa Caterina d'Alessandria. Risalente al 1391, fu costruita per volere di Raimondo Orsini Del Balzo. Secondo un'altra leggenda locale, fu lo stesso signorotto, reduce dalle crociate in Terra Santa, a chiedere la costruzione di una nuova chiesa per conservarvi il dito di Santa Caterina, strappato da lui stesso a morsi!
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