Il Salento sotterraneo: alla scoperta delle grotte e dei frantoi ipogei

Il Salento sotterraneo: alla scoperta delle grotte e dei frantoi ipogei

    Il Salento è amato e apprezzato, ormai a livello internazionale, per i suoi spettacolari paesaggi e per il patrimonio storico e artistico conservato tra le mura di borghi di rara bellezza.
    C'è poi un altro volto del Salento, che è quello nascosto agli occhi o meglio custodito nei sotterranei di questa terra: si parla in questo caso di grotte, situate nell'entroterra salentino e custodi di segreti vecchi secoli e secoli.
    Ci sono poi i frantoi ipogei, ossia gli ambienti in cui veniva lavorato l'olio di oliva, vera e propria risorsa del Salento, seppure in passato utilizzato con finalità ben diverse da quelle attuali.

    I sotterranei di Lecce: alla scoperta delle sue grotte

    Il Salento è ricchissimo di grotte e le più famose si trovano sostanzialmente sulla costa, in particolare intorno a Santa Maria di Leuca.
    Ci sono però cavità carsiche sotterranee che sorgono nel cuore del Salento e che spesso sono anche poco note ai turisti, nonostante la loro importanza storica e archeologica. La Grotta della Zinzulusa fa eccezione in quanto, pur trovandosi a picco sul mare a due passi da Castro, permette ai visitatori di camminare in ambienti risalenti al Pliocene.

    Nonostante non sia visitabile, la Grotta dei Cervi, vicino a Porto Badisco, è la più importante delle grotte salentine: custodisce pitture rupestri risalenti al neolitico, tra cui figure di animali, uomini dalle sembianze sacre e tante impronte di mani di bambini.
    Nel territorio comunale di Salve sorgono la Grotta Montani, dove sono stati rinvenuti strumenti in pietra utilizzati dell'uomo di Neanderthal e resti di animali di 70.000 anni fa. C'è anche la Grotta Febbraro, ricca all'interno di stalattiti e di frammenti di fossili marini che narrano di come questa cavità, in passato, era sottomarina.

    Il tour tra i tesori sotterranei del Salento porta poi a Matino, dove sorge la Grotta dei Sant'Ermete di età paleolitica: anche qui non mancano elementi che dimostrano la presenza dell'uomo di Neanderthal, al cospetto di un affresco di matrice cristiana realizzato dai monaci basiliani giunti in Salento.

    Da non perdere anche la Grotta delle Veneri a Parabita, nata dal fiume che, col tempo, ha scavato nei sotterranei del borgo salentino una serie di cavità e cunicoli. La grotta prende il nome da due statuine in osso, le cui fattezze rivelano figure femminile legate probabilmente all'antico culto della fertilità.

    Alla scoperta dei frantoi ipogei più belli del Salento

    I sotterranei del Salento meritano di essere esplorati anche per scoprire una parte della storia di questa terra, che in passato sopravviveva con il commercio dell'olio lampante. Si trattava di semplice olio di oliva che, nelle città europee come Parigi, Londra, Amsterdam e Oslo, era utilizzato per illuminare le città, prima dell'arrivo dell'energia elettrica.

    L'olio veniva lavorato nei frantoi ipogei, camere sotterranee presenti un po' su tutto il territorio salentino, le più antiche delle quali risalgono addirittura al IX secolo.

    I trappitari vi lavoravano da novembre a maggio, abitando anche in queste oscure camere, accanto agli animali come i muli. La leggenda narra che i frantoi ipogei fossero infestati dagli Uri, folletti dai cappelli a punta alquanto dispettosi e si narra che il regno degli Uri fosse in particolare il Frantoio del Casale a Noha, piccola frazione di Galatina, le cui volte sono coperte di stalattiti.
    Restando nella Grecìa Salentina, si consiglia di visitare anche il Frantoio Granafei di Sternatia, collegato un tempo con molti altri ambienti simili sparsi nei sotterranei del paese: è ottimamente conservato ed è stato utilizzato fino al XIX secolo.

    Anche Gallipoli ha il suo Frantoio Granafei, risalente al '600 e ricavato totalmente nella pietra carparo: all'interno sono ancora presenti le camere arredate con utensili e arredi originari, comprese le stalle e le stanze dove dormivano i lavoratori.

    Una tappa obbligata non può poi non essere Presicce, che vanta una vera e propria città sotterranea sviluppatasi tra il '700 e l'800: si contano almeno una trentina di frantoi ipogei, celati al di sotto delle piazzette del borgo e qui si lavorava quell'olio lampante che poi, da Gallipoli, veniva imbarcato per raggiungere destinazioni internazionali.

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